San Giovanni del Sinai, autore del Klimax
Asceta del VI secolo vissuto nel Sinai, noto anche come Giovanni della Scala per il suo libro "La scala dell'ascesa divina", dedicato all'ascetismo e alla teologia.
San Giovanni del Sinai è noto anche come Giovanni "della Scala", dal titolo del suo acclamato libro di ascesi e teologia Klimax (la Scala dell'ascesa divina), scritto sulla base della visione biblica di Giacobbe. Visse nel VI secolo (molto probabilmente tra il 526 e il 603 o poco dopo), come asceta nel deserto del Sinai. Per qualche tempo fu abate del monastero del Sinai. Si distingue come un importante maestro di vita spirituale cristiana e una figura emblematica della tradizione monastica sia orientale che occidentale.
San Giovanni iniziò la sua vita monastica come eremita nel Sinai all'età di sedici anni sotto la guida spirituale dell'anziano Martirio, avendo già acquisito un'istruzione superiore nel mondo esterno. Dopo la morte del suo padre spirituale, visse in clausura e preghiera per circa quarant'anni in una località vicina chiamata Tholas, dove raggiunse un alto livello di santità e divenne il leader per eccellenza del monachesimo del Sinai del suo tempo. In età avanzata gli fu chiesto di assumere la carica di abate del monastero del Sinai, dove rimase solo per un breve periodo, gettando le solide basi della vita spirituale della confraternita, poiché preferì tornare al suo eremo di Tholas, dove infine morì.
L'opera Klimax fu scritta verso la fine della sua vita, in risposta alla richiesta dell'abate del monastero di Raithou di fornire una guida spirituale. L'opera riassume la saggezza spirituale, l'esperienza e le imprese di lotta ascetica di un'intera vita. La Scala è composta da trenta capitoli, in cui Giovanni analizza in modo magistrale le virtù e le passioni che si incontrano nella lotta per l'illuminazione spirituale, elencandole in ordine crescente da quelle più pragmatiche a quelle più spirituali, e si conclude con il capitolo "Sull'amore, la speranza e la fede". La Scala divenne uno dei libri sulla vita monastica più amati e letti dai monaci di tutti i tempi. Lo dimostrano la moltitudine di copie manoscritte e le prime traduzioni dell'opera dal greco ad altre lingue (latino, siriaco, arabo, armeno e slavo) e, in seguito, a molte lingue del mondo moderno.
L'apice del percorso del Santo coincide con un periodo di transizione cruciale per il deserto del Sinai. La costruzione del complesso monastico da parte di Giustiniano pose le basi per lo sviluppo di una forte tradizione monastica "lavra" e cenobitica nel Sinai, mentre lo stile di vita eremitico e solitario prosperava nella stessa area. San Giovanni pose il suo sigillo indelebile su tutta questa attività monastica, non solo attraverso la realizzazione spirituale della Scala e la sua vita santa, ma forse anche attraverso i suoi sforzi organizzativi, molti dei quali sopravvivono e sono evidenti ancora oggi.
Le ricerche moderne hanno identificato Giovanni con il patrono spirituale della composizione del mosaico religiosamente significativo della Trasfigurazione (565 circa) nell'abside del Katholikon del monastero, che raffigura un giovane Giovanni, probabilmente il Santo, durante i suoi anni di diaconato. Anche la costruzione del sentiero a gradini che collega il Monastero del Sinai con la Santa Vetta dei Dieci Comandamenti è stata attribuita a lui, in quanto il nome dell'Abate Giovanni si trova nell'iscrizione in greco dell'arco del sentiero; allo stesso tempo c'è un'associazione molto chiara tra la faticosa costruzione dei gradini di pietra del sentiero verso la Santa Vetta e il lungo tempo necessario per progredire sui gradini spirituali della Scala Divina. Anche altre opere edilizie, come la costruzione della cappella del Santo Cespuglio a est dell'abside del Katholikon, sono forse collegate all'attività di Giovanni nel monastero alla fine del VI secolo.
Anche Giovanni aveva sperimentato la vita monastica dell'Egitto, durante un breve soggiorno - come risulta dalla Scala - nei centri monastici di spicco della zona. Questa visita è stata considerata come uno sforzo deliberato o addirittura una missione, volta a fornire lo slancio necessario per organizzare la vita cenobitica nel monastero del Sinai appena fondato. A causa di questo viaggio spirituale in Egitto, il Santo è stato recentemente collegato alla figura altrimenti sconosciuta di un anziano Giovanni, che ha scoperto a Nafkrati la Relazione di Ammonios sulla prima strage dei Quaranta Santi Padri del Sinai, traducendo e forse rivedendo in greco un testo originale in lingua "egiziana". Forse non è un caso che un'iscrizione funeraria del VI secolo contenente un inno, realizzata proprio in omaggio a questi martiri e conservata almeno dal Medioevo nel Monastero Katholikon, rechi due volte il monogramma del sacerdote (presbyteros) Ioannis. Quindi, potrebbe essere stato proprio San Giovanni a occuparsi della raccolta delle tradizioni orali e a promuovere la venerazione di questi santi locali. Sulla stessa linea, i ricercatori hanno recentemente proposto che San Giovanni potrebbe anche essere associato al più antico testo sopravvissuto che racconta il martirio di Santa Caterina. MMK- N. F.