Manoscritti sacri miniati
I manoscritti miniati del Sinai sono di grande importanza sia dal punto di vista tematico che artistico e sono strettamente legati alla storia del monastero e allo sviluppo dell'arte bizantina.
La fede cristiana non avrebbe potuto diffondersi senza l'uso della parola scritta. La lettura della Parola di Dio, cioè delle Sacre Scritture, è una parte essenziale della vita devota, così come la Liturgia, che è impossibile da svolgere senza la Bibbia. I libri, nella loro forma attuale, cominciarono ad apparire solo nel II secolo, scritti a mano su costose pergamene.
L'uso della carta si diffuse secoli dopo, essenzialmente dopo il periodo bizantino. La venerazione di Cristo e dei suoi santi si espresse nella decorazione di manoscritti miniati probabilmente fin dai tempi dell'imperatore Costantino il Grande. Questi venivano realizzati da monaci e monache con immensa riverenza e amore.
I manoscritti miniati del Sinai sono di grande importanza sia dal punto di vista tematico che artistico e sono strettamente legati alla storia del monastero e allo sviluppo dell'arte bizantina. Ma soprattutto sono confessioni di fede. La loro origine varia: molte sono donazioni - dedicate al perdono dei peccati. Altri sono stati commissionati dal monastero, mentre molti sono stati creati nel Sinai per soddisfare le esigenze attuali dei suoi monaci. I libri più antichi, datati all'ottavo e nono secolo, sono stati creati nel Sinai e hanno ricevuto una decorazione piuttosto semplice. Alcuni sono in arabo e in greco. La maggior parte di essi risale all'epoca post-bizantina e sono libri liturgici, lezionari, salteri, menologia e altri libri edificanti, come il noto Giobbe [24.3] dell'XI secolo, un libro pieno di sofferenza e di riflessione che ancora affascina i devoti.
Molte copie della Scala della Divina Ascesa, opera realizzata intorno alla fine del VI secolo da San Giovanni del Sinai, allora abate del Monastero del Sinai, contengono diverse miniature e recano in copertina l'immagine della Scala Divina che conduce il monaco al massimo grado di perfezione [25.4, 25.5, 25.6]. Vi sono anche manoscritti delle Orazioni liturgiche di Gregorio di Nazianzo, da leggere all'interno della chiesa o altrove [25.3]. Il manoscritto più bello e riccamente miniato è il numero 339, che rivela il ruolo del culto un tempo espresso nell'arte e nella fede di chi lo ha creato [25.3].
La Topografia cristiana di Cosma Indicopleustes dell'XI secolo, codice 1186 [24.2], è una pietra miliare dei manoscritti miniati bizantini. Si tratta di una copia, realizzata nel Sinai, di un manoscritto perduto scritto nel VI secolo ad Alessandria. Di questo manoscritto esistono altre due copie: a Firenze e in Vaticano. Il manoscritto del Sinai, tuttavia, è quello che contiene il maggior numero di illustrazioni. Si distingue anche per la ricchezza dei diagrammi cosmografici, la chiarezza delle scene religiose e lo stile artistico espressionistico. Tendenze simili continuano negli anni successivi e rafforzano i legami artistici tra il Sinai e Creta, l'Occidente e l'Oriente ortodosso, ma anche con il mondo musulmano, di cui il monastero era riuscito a guadagnarsi la fiducia. Questi manoscritti testimoniano che il Sinai era davvero un crocevia di religioni e civiltà. GG